Semaglutide e pancreatiti

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Gli agonisti del recettore del GLP-1 (GLP-1 RA) possono aumentare i livelli di amilasi e lipasi. Questo ha portato all’ipotesi che favoriscano la pancreatite acuta.

Per quanto riguarda semaglutide, tuttavia, i dati disponibili sono rassicuranti. Nei trial su Rybelsus® (orale) e Ozempic® (sottocutaneo fino a 1 mg), la pancreatite è risultata più frequente nel gruppo placebo che in quello trattato con il farmaco.

Rybelsus
Con Rybelsus ci sono più casi di pancreatite acuta col placebo che col farmaco Da “RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO” dell’European Medicines Agency (EMA). Pagina 8. https://ec.europa.eu/health/documents/community-register/2022/20221216157986/anx_157986_it.pdf
Ozempic
Con Ozempic ci sono più casi di pancreatite acuta col placebo che col farmaco. Da “RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO” dell’European Medicines Agency (EMA). Pagina 9. https://ec.europa.eu/health/documents/community-register/2022/20220921156758/anx_156758_it.pdf

Al contrario, negli studi condotti con i dosaggi più elevati impiegati per il trattamento dell’obesità (Wegovy®), si è osservata una maggiore incidenza di pancreatiti nel gruppo trattato con semaglutide rispetto al placebo. Tuttavia, nello studio SELECT (Semaglutide and Cardiovascular Outcomes in Obesity without Diabetes), che ha valutato gli effetti cardiovascolari di semaglutide nei soggetti obesi ma senza diabete, anche ai dosaggi più elevati il farmaco non ha mostrato un incremento significativo del rischio di pancreatite rispetto al placebo.

Wegovy
Da “SUMMARY OF PRODUCT CHARACTERISTICS” dell’European Medicines Agency (EMA). Pagina 10. Il testo è in inglese perché è l’ultima versione aggiornata all’8-1-2025, mentre quella italiana è del 2022 e non riporta i dati dello studio SELECT. https://www.ema.europa.eu/en/documents/product-information/wegovy-epar-product-information_en.pdf

Questa apparente discrepanza potrebbe essere spiegata dalla differente entità del calo ponderale tra i vari studi. Infatti, è noto che una perdita di peso rapida e significativa (superiore a 1,5 kg a settimana in media) può favorire la formazione di calcoli biliari, come avviene dopo interventi di chirurgia bariatrica. I calcoli biliari, a loro volta, possono migrare e ostruire il dotto pancreatico, provocando pancreatite acuta.
In conclusione, i dati disponibili suggeriscono che semaglutide non abbia un effetto tossico diretto sul pancreas. L’eventuale aumento del rischio di pancreatite potrebbe essere legato più alla perdita di peso indotta dal farmaco che a un meccanismo di danno pancreatico diretto.

Riguardo all'autore

Gianleone Di Sacco

Nato a Pisa nel 1959. Risiede a Milano dalla nascita.

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Milano con il massimo dei voti, specializzato, con lode, in Endocrinologia presso l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Membro di svariate Associazioni e Società Scientifiche, anche con incarichi istituzionali.

Da anni svolge attività clinica e di ricerca, in particolare, nel campo della terapia farmacologica dell'obesità.

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